L’Italia, finalmente una Smart Nation

Dal mese di Gennaio ’21, l’Italia è diventata una Smart Nation grazie al Fondo Nazionale per l’Innovazione. Attualmente, si contano ben quarantacinque poli di innovazione italiani candidati al bando della Commissione europea per aiutare lo sviluppo delle aziende tricolori impegnate nel digitale. Questo intervento, che vede insieme Mise, Mid e Mur, va nella direzione di contribuire al sistema e al dialogo tra ricerca e impresa, con l'obiettivo di utilizzare in maniera efficace tutte le risorse disponibili: Recovery Plan, programmazione europea 21-27, bandi a Fondo perduto e non, statali e regionali.

Su tale perimetro, è bene ricordare che il mercato delle tecnologie e del pianeta Blockchain non si è lasciato fermare neppure dall’emergenza Covid-19, e inizia a dare importanti segni di maturità, con un calo del numero degli annunci, ed un aumento delle iniziative concrete, che non si limitano più soltanto al settore finanziario ma riguardano sempre più concretamente anche altri comparti.

Nel 2020 gli investimenti in Italia su progetti blockchain sono infatti scesi solo del 23% e valgono ben 24 milioni di euro: un trend solo apparentemente “negativo” causato dall’emergenza che ha limitato il lancio di nuove iniziative, e ha spinto le aziende a concentrarsi su progetti già in essere. Emergono, per il 2021, incoraggianti segnali di maturità del Belpaese: il 60% della spesa riguarda progetti operativi, il 28% progetti pilota, l’11% proof of concept e l’1% formazione. Quanto ai settori, in primo piano rimane la finanza (Inbound Fintech) con il 58% della spesa nazionale complessiva, con un aumento degli investimenti del 6%, seguita da agroalimentare (11%), utility (7%), e PA (6%).

E’ questa la fotografia scattata dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, che è stata presentata durante il convegno online “Blockchain: the hype is over, get ready for ecosystems”.

Quanto allo scenario internazionale, su 1.242 iniziative censite dal 2016 al 2020, di cui 734 annunci e 508 progetti concreti, 267 quelle avviate negli ultimi dodici mesi a livello, con 70 annunci e 197 progetti concreti, di cui 83 in fase già operativa. Rispetto all’anno precedente i progetti concreti hanno così registrato un +59%, e gli annunci sono invece diminuiti del 69% rispetto al 2019, (segno di un mercato che sta uscendo dall’hype mediatico per concentrarsi su iniziative più operative e la creazione, fondamentale, di ecosistemi e Blockchain federate).

A dimostrazione che l’attenzione degli addetti ai lavori si sta spostando sempre più verso lo sviluppo di applicazioni, e meno sulla creazione di nuove piattaforme, c’è il fatto che il 47% dei casi monitorati nel 2020 ha utilizzato piattaforme esistenti, mentre ad es. la Finanza Decentralizzata (DeFi), ha visto moltiplicare applicazioni, utenti e capitale investito, fino all’annuncio dello sviluppo di Diem, (ex Libra), valuta digitale di Facebook. Se durante l’anno è aumentato l’utilizzo di stablecoin cryptovalute, sempre il 2020 è stato caratterizzato anche dall’avvio delle valute digitali delle Banche Centrali: come il Dcep cinese, a cui sono seguite esplorazioni, analisi, prototipi di altri istituti e l’annuncio della BCE di voler realizzare il “Digital Euro”.

La portata della blockchain non si esaurisce però nelle sue applicazioni finanziarie: l’emergenza sanitaria, secondo i dati dell’Osservatorio, ha evidenziato i benefici ottenibili da soluzioni Blockchain per la gestione dell’identità in ambito clinico/sanitario o economico. Sono nate iniziative di filiera in ambito Supply chain e progetti di infrastrutture internazionali come Ebsi, la European Blockchain Services Infrastructure che sta promuovendo diversi test.

La pole position tra i Paesi più attivi nel settore è degli USA, che contano su 72 progetti avviati negli ultimi cinque anni, seguiti dalla Cina con 35, e dal Giappone con 28.

Nel 2020 le tecnologie blockchainIOTcash back, ecc. hanno continuato a svilupparsi e sono sempre più utilizzate dalle imprese per migliorare i vari processi, e creare nuove opportunità di business in ambiti diversi dalla finanza, dall’agroalimentare alle utility, alle manifatture, dalla Pa alle assicurazioni. La “frenata” è solo apparente, anche perché per non Estinguersi le Aziende sono (e saranno sempre più), costrette a Distinguersi.

Le applicazioni ed il loro business

Ad oggi, i progetti sviluppati su piattaforme Blockchain sono focalizzati su applicazioni legate a processi già in vigore: sovente le aziende scelgono di partire da un’applicazione semplice che possa raccogliere numerosi partecipanti per poter in seguito sviluppare soluzioni più innovative (Blockchain federate), utilizzando piattaforme application specific e quindi rendendo ancora più fruibile ed user friendly l’interoperabilità tra le applicazioni generando sinergie fra le potenzialità offerte dai tanti ecosistemi.

Il 59% delle applicazioni lanciate dal 2016 a oggi hanno l’obiettivo di facilitare la condivisione e il coordinamento dei dati fra diversi attori per evitare che insorgano divergenze, il 25% nasce per migliorare la verificabilità dei dati da parte di altri attori dell’ecosistema o di terzi, (agroalimentare e Fashion per la tracciabilità).

Il 13% utilizza i crypto asset abilitati dalle piattaforme Blockchain per scambiare denaro o altri asset, e il 4% è dedicato alla realizzazione di processi affidabili e verificabili.

Gli elementi da migliorare

Siamo solo all’inizio di importanti mutamenti, e per sfruttare appieno le potenzialità degli ecosistemi Blockchain ci sono ancora alcuni elementi da migliorare. Gli ecosistemi devono poter accogliere nuovi partecipanti necessari all’interno di un’applicazione e le piattaforme, sia permissionless e sia permissioned. Nel momento in cui diventeranno sempre più affidabili sia in termini di scalabilità che di sicurezza, le applicazioni si integreranno con i sistemi informativi attualmente in uso nelle aziende, e sfrutteranno alcuni servizi abilitanti come l’identità digitale e il cash on chain, la monetica, il cash back, gli smart contract, e potranno contare su normative chiare che nello stesso tempo lasceranno aperta la possibilità di innovare.

L’idoneo e favorevole quadro normativo

Durante il 2020 è stato presentato il Digital Finance Package, elaborato dalla Commissione Europea con lo scopo di stimolare e sostenere il settore Fintech, regolare i cryptoasset e tutelare i consumatori e investitori che intendono avvalersi di queste tecnologie. La norma prevede che vi sarà una sorta di fintech sandbox per consentire agli operatori di lavorare e sperimentare nuove soluzioni tecnologiche.

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